Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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Bianco 2007

2007

presenta:

"Memories of light"
(Insoliti accordi)


INTRODUZIONE

Alberto Moretti. Molti fattori ci hanno incoraggiato a fare questa scelta importante quanto audace: portare sulla piazza la sua vita e le sue opere. Non c'è dubbio, una carriera artistica favolosa, straordinaria, che solca trasversalmente tutto il periodo dal Dopoguerra fino ai nostri giorni. Un omaggio, innanzitutto, un doveroso ringraziamento a colui che ha reso internazionale il nome di Carmignano, prendendo spunto proprio dalla nostra terra, così ricca e generosa, e dalle opere artistiche in essa custodite. Un omaggio ad un affettuoso rionale, che ha saputo lasciare impresso, più di chiunque altro in Toscana, la propria orma nella storia dell'arte contemporanea.

Durante i numerosi incontri con Alberto, abbiamo appreso la storia della sua vita, raccontataci, forse, con un pizzico di fantasia, ma anche con la vena malinconica di chi, conscio della propria età, si appresta a rivivere i più fiorenti ricordi. Ne è nata una sfilata, dal titolo un po' eccentrico e provocatorio, come del resto tutta l'opera di Moretti. "Memories of Light (Insoliti accordi)" evoca la memoria di quelle giornate d'estate quando Alberto si metteva ad osservare i molti artisti che accorrevano a Carmignano da Firenze per dipingere 'en plein air'. La luce, la corposità di sfere brillanti che si ritrovano nelle opere degli anni '50 e '60, forse richiamano proprio la luminosità di quelle calde giornate estive. Il titolo in Inglese è frutto di una storica verità: l'internazionalità dell'opera morettiana. Abbiamo poi voluto aggiungere un sottotitolo, che completasse e arricchisse il contenuto che volevamo trasmettere. "Insoliti accordi" si riferisce alle note di un pianoforte, che magicamente scandisce e ritma tutto il corso della sfilata, quasi evocando con il suo semplice suono le 'memories of light'.

Piano piano quindi la sfilata ha preso corpo, divenendo la rievocazione delle emozioni di una vita. Abbiamo così deciso di far entrare ogni scena in bianco e nero, come un vecchio ricordo, chiuso nella mente dell'artista da molti anni; liberandolo, questo ricordo si muove, si anima sulla piazza, e quasi prendesse vita egli stesso ruba i colori dai numerosi quadri e se ne impossessa, ridando veridicità a quelle sensazioni. In un angolo recondito, nascosto, rimane la guerra: in quella immane tragedia rimasero esclusi tutti i colori, le belle sensazioni, lasciando solo il freddo contrasto tra bianco e nero. È il presente che, al contrario, si sveste delle multiformi tonalità che vediamo noi, per abbracciare anch'esso, quale nuovo e non ancora nato ricordo per le future generazioni, i cromatismi bianchi e neri. Un'alternanza tra presenza e assenza di colore, che muta sembianza, cangia l'armonia, irrompe tumultuoso nella sorda quotidianità. Un rapido affresco dipinto da noi, umili assistenti di un maestro attento e scrutatore, su un libro, cuore della nostra stessa tradizione. Su quel libro bianco, colore del nostro rione, ricordi di altre sfilate, a cui ora si aggiunge anche questa. Chi lo porta è l'anima del rione Bianco e racconta, tra gli insoliti accordi di un pianoforte, queste memorie di luce…

"UNA STORIA...LA MIA"

Sono i leggeri rintocchi delle note di un pianoforte che introducono dentro una storia, fatta di sensazioni, emozioni; umile e gentile, come il protagonista che l'ha vissuta. Leggiadra, con un passo aggraziato, si presenta l'anima del rione bianco, pronta a scrivere, anche quest'anno, una nuova avvincente storia. In una sincronia di movimenti desta un'altra esile figura addormentata sulla piazza e cullata da pensieri affievoliti, celati nella mente. Questa saggia figura si sveglia: è l'arte, la stessa che, nei secoli precedenti aveva ispirato altri artisti e che ora, nei suoi tremuli passi di fanciulla, narra una storia impressa su una pellicola che, come per magia, si srotola sulla piazza, la storia del terzo personaggio che compare: il giovane Alberto Moretti.

LA NATURA DI CARMIGNANO
Come immersi in un sogno ancestrale: così comincia il viaggio nella memoria che conduce al primo fotogramma. Venti figure coperte si muovono verso di noi: il loro andamento esprime la severità di un luogo unico, esistente solo nella irreale dimensione della fantasia. Il carro, solitario, appare come un deserto lunare: immobile, cristallino, avvolto in un'atmosfera spettrale. "Tutto ha inizio - ricorda Alberto, seduto davanti a noi, e accorto testimone del racconto - nella campagna nei dintorni di Carmignano". Come rapiti da un antico calore quei ricordi in bianco e nero, così come ci sono apparsi, prendono nuovamente vita. La natura si presenta tutta nel suo eterno splendore: le arcane figure rivelano il loro vero volto che nascondeva il cielo, la terra, gli alberi, con i loro fiori e frutti. In quell'armonia, in quegli attimi, compare sul carro una donna bellissima ammantata di mille sfumature. È lei, è l'arte, che si mostra in altre vesti, protagonista di un quadro già dipinto, di un'opera artistica straordinaria. Quegli armoniosi paesaggi, quei luoghi contemplati fin da bambino sono per Alberto la prima ispirazione per quadri e disegni, eseguiti con innata capacità artistica. Tutta la corona di colline attorno a Carmignano diventa soggetto e oggetto di interpretazione, ritornato in seguito più volte nel cuore e nell'animo di Alberto.

A questo trionfo di colori succede un secondo fotogramma, che appare anch'esso, come il precedente in bianco e nero. Sono i ricordi della giovinezza, quei ricordi impressi nel breve periodo prima della guerra; come nei disegni realistici di questo periodo si può osservare il paesaggio, i contadini a lavoro nei campi, le donne, sedute sull'uscio di casa che intrecciavano lunghi fili di rafia.

Queste figure sono immagini fugaci e confuse, a tratti accattivanti in quella loro semplicità. Seguono le otto ballerine, che cingono come in una prigione di ferro e fuoco il giovane artista, che invano tenta di avvicinarsi a quelle immagini. Su tre portantine entrano le figure principali nella vita di Alberto Moretti:

il nonno con la sua semplicità e la sua saggezza intreccia il suo corbello; la nonna cuce un magnifico filet. La mamma, la più nitida di questi ricordi, mentre cerca di nascondere nell'acqua della fontana le lacrime per la partenza del figlio. Tutta questa immagine è incorniciata dal canto di Moretti, una lunga serenata di addio a questa terra scaturita dal profondo dell'anima.

Tutta la scena poi prende il colore di una sola emozione: il rosso, come rossa è la passione, il cuore scintillante che pulsa, l'amore per Carmignano.

LA GUERRA
In questo sogno idilliaco irrompe la guerra con la sua distruzione trascinando via anche l'arte. Abbandonati sulla tavolozza tutti i colori rimangono sulla tela solo i malinconici bianco e nero, perchè le sensazioni provate durante il conflitto furono troppo aspre per essere descritte. Sulla piazza torna la ballerina dell'inizio - la sua ispirazione - imprigionata nella possente trama di una ragnatela che si apre sulla piazza. Chiuse in dei mantelli, simili a tante crisalidi, escono le ballerine danzando come tanti soldatini al ritmo della guerra. "Quel giorno, 11 giugno '44 - ricorda Alberto con un velo di tristezza - quattro uomini, comandati da Bogardo Buricchi, fecero esplodere un convoglio pieno di polvere da sparo prodotta dalla Nobel, la fabbrica di munizioni in riva all'Arno". Per tutto il territorio uno scoppio, più violento di qualsiasi altra bomba, frantuma le finestre, scoperchia i tetti, e riesce perfino ad abbattere qualche casa. Anche il casamento di fronte all'aia di Moretti - rappresentata sul carro - crolla, squarciato a metà.

Alzando gli occhi al cielo Alberto vede un immagine rimasta indelebile nella sua mente: dal primo piano dell'edificio penzola, come sorretto da un filo invisibile, un pianoforte. La sua sagoma nera, come un uccello ferito, si staglia nel cielo livido e acre di polvere. In quella calda estate la sua triste melodia non avrebbe più suonato, travolta anch'essa dalle macerie.

UNA RINASCITA... ANCHE ARTISTICA

In quella tragica vicenda, dove tutto appare perduto, scende dal carro tutta impolverata una bambina vestita di rosso. Nei suoi occhi languidi si può leggere il dramma subìto, ma anche la speranza per una nuova rinascita. Dalla nuova prospettiva offerta da questa visione si origina un passaggio netto, con la comparsa di quadri astratti e geometrici. Anche l'armonia, rappresentata da una gigantesca figura dondolante, diventa centro dei suoi studi. Attorno a questa struttura prendono posto altre dieci strutture trascinate da donne. Sono anch'esse bianche, come è bianca la tela prima che il pittore la riempia di colori.

Abbandonate dalle donne le strutture centrali si capovolgono e, colorandosi per magia, lasciano uscire dei bambini, chiaro segno della rinascita artistica e della nuova tecnica delle Carte Abissali. Le nuove Carte nascono in questo periodo dall'esperienza di Moretti nell'adoperare acqua e colori per le litografie: queste sono l'inizio di un nuovo tipo di arte astratta. Anche la struttura centrale si colora dei tre colori primari, blu, rosso e giallo, i quali, una volta uniti insieme, danno vita all'intera scala cromatica. Questa prima esperienza artistica, maturata attorno agli anni '50, vede inoltre l'affermazione dell'astrattismo geometrico e degli esperimenti delle Carte Abissali. Tra gli anni '60 e '70 la sua ricerca artistica si dirige verso l'astrattismo informale, con il cinema d'artista, grazie all'apertura di una galleria d'arte.

UN NUOVO PERIODO
Dall'inizio degli anni '50 Moretti confessa la sua solitudine nelle ricerche artistiche d'avanguardia. Questa esperienza rafforza la convinzione nel suo percorso intelettuale ed emotivo. Il secondo periodo è infatti il più fecondo e pieno di innovazioni. Primo fra tutti l'interesse per il moto, rappresentato in piazza da delle ballerine adagiate su altalene in perpetuo movimento come tutto il cosmo. Sopra queste altalene sono rappresentate le Strutture Primarie, figure rettilinee, semplici, nude, realizzate con materiali più diversi, utili all'occorrenza per l'impostazione geometrica di un quadro.

Queste ballerine danzano con un pezzo di stoffa in mano, leggiadro, colorato, come un pennello che imprime sulla tela tramite il movimento delle sensazioni, delle emozioni. In questo periodo Moretti apre anche una galleria d'arte, la Galleria Schema di Firenze, dove raccoglie le prove di quella avanguardia artistica del secondo novecento. Questa galleria è rappresentata in modo schematico sul carro, dove sono simulate simbolicamente sul vestito e sulle pareti le opere lasciate in questo periodo da Moretti, caratterizzate dal pentagono (figura particolare fin dai tempi dei Pitagorici), dal riflesso della luce sugli specchi e da collages di pagine di giornali. Anche se ciò che lo lega più alla sua terra, Carmignano, sono quelle interminabili trecce di rafia tessute una per una, come quelle che trent'anni prima aveva visto fare alla nonna.

LA FONDAZIONE OGGI
Oggi, a più di 20 anni dalla chiusura della Galleria Schema di Firenze riapre con lo stesso intento qui, a Carmignano, un nuovo polo espositivo per l'arte internazionale, erede di quel lavoro che Alberto Moretti, più precocemente di qualsiasi altro artista, aveva cominciato dalla fine della guerra. A terra delle figure, con ali immense, abbracciano simbolicamente questo artista, come quella terra generosa dove Moretti, dopo cinquant'anni, è tornato a vivere. Sull'ultimo carro, il più imponente, è rappresentato questo nuovo Museo Moretti a Carmignano, con la parte anteriore terminata e quella posteriore da completare simulando il cantiere del museo tutt'ora in costruzione. Qui trovano posto simbolicamente le opere di Alberto Moretti, realizzate come frammenti colorati. Vogliamo fortemente l'apertura di questo centro Moretti, perchè questo percorso artistico deve essere consegnato al futuro, divenendo nuovamente immagine priva di colori, perchè, proprio come una delle vecchie foto, possa ritornare ad essere speranza per il futuro.

EPILOGO
In questo breve periodo abbiamo cercato di cogliere i sentimenti più coinvolgenti e abbiamo provato a descrivere con le nostre parole queste calde emozioni: pensieri di cristallo fragili, preziosi, sensazioni vissute. Non pretendiamo certo di creare un percorso attendibile attraverso l'arte di Moretti, ma di raccontare con la stessa voglia e la stessa passione di sempre la sua storia. Accompagnata nuovamente dalla musica del pianoforte torna la ballerina, l'ispirazione artistica, apparsa all'inizio e durante la guerra, che in un'ammaliante danza dialoga con il vero Alberto Moretti, seduto tra noi. Da lui riceve un nuovo frammento, richiamo di un presente che vuole lasciare la sua impronta, la sua firma, e lo consegna alla portabandiera, sopraggiunta nel frattempo con il libro in mano, affinchè possa essere inserito all'interno delle pagine del nostro diario:
"Forse vi chierderete perchè ho dipinto, perchè mi sono lasciato cullare dall'armonia dei colori, perchè ho prestato ascolto alla mia fantasia. Ho dipinto il mio mondo, la mia vita, quello che ho visto e quello che ho sognato. Ho dipinto Carmignano, la verità della mia gente, ed i volti scavati dal tempo quando ero ancora bambino. Ho dipinto i colori dei sogni, dove ogni cosa si nutre dell'immaginazione. Ho dipinto tutto questo per far sì che la mia anima potesse parlare e diventare eterna..."

I CARRI, I COSTUMI, LE SCENOGRAFIE, LE MUSICHE, I TESTI SONO INTERAMENTE REALIZZATI A CURA DEL RIONE BIANCO
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A:
ACCADEMIA CittàdipratoInternational Dance www.internationaldance.it
SCUOLA DI DANZADI JARKA BECIKOVA - VIALE GALILEI PRATO
Un ringraziamento speciale ai rionali che anche quest'anno
si sono adoperati nella ideazione e realizzazione della sfilata

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