Festa di San Michele - Carmignano - Prato


Vai ai contenuti

Celeste 2008

2008

Presenta la sfilata

“Ricordi... di un altro tipo ”

Sceneggiatura:
Gruppo regia
Musiche:
Gruppo regia
Coreografie:
Cecilia Mazzanti, Adele Bacci
Corpo di ballo:
corpo di ballo del Rione Celeste, Associazione Culturale “Progetto Danza” di Prato
Costumi:
interamente eseguiti dalla Sartoria Rionale
Progetto e costruzione Carri:
Cantiere Rionale
Voce Recitante:
Sabina Cesaroni, Cosimo Lonoce
Regia:
Stefano Cinotti, Filippo Faggi, Barbara Londi, Alessandra Trinci, Chiara Fratoni, Serena Crocetti,Cristiana Mecucci, Marilena Sarti, Monica Attucci

Con il più cordiale saluto agli altri Rioni e al Pubblico intervenuto

Il vuoto Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata. Perché il mio mondo è tanto intimo quanto è fragile. Senza i suoi segreti non può sopravvivere. Di certo non ero nata per dipingere. Ero una contadina. Ma come molte cose, nella mia strana vita, ci capitai per caso.
Purtroppo persi mia madre e mio padre da piccola e da piccola cominciai a capire il vuoto. Un vuoto che doveva essere riempito. Non ero una bambina coraggiosa e pregavo perché il signore mi permettesse di dare un senso a questo vuoto.

La vita di Carmignano: i personaggi, le case, la piazza, i colori…….Negli anni ’30 Carmignano era un piccolo borgo, concentrato in un unico blocco ma con tanti contadini che dominavano tutta la campagna. Il centro del paese era però tutto un fiorire di negozi e botteghe artigiane.

Le città, con i loro mercati, erano lontane da raggiungere e ci voleva mezza giornata per arrivarci, pur disponendo di una carrozza con il cavallo. Carmignano era però attrezzato di ogni negozio per la vendita di tutto quello che a quei tempi era necessario per la famiglia. Semmai mancavano i quattrini…….si cercava di tirare avanti, aguzzando l’ingegno, in una economia fatta di rinunce e patimenti….La maggior parte dei negozi era nella piazza, mentre le botteghe artigiane erano in Via modesti e Via dell’arte. E poi la vasca, orgoglio dei carmignanesi e sopra tutto il Campano. I ricordi di quel tempo sono quelli di una bambina che guardava i grandi con rispetto ed ammirazione.

Le figure che animano i ricordi, sono coperte di polvere, e la polvere oscura i colori di un tempo. Ritornano i personaggi che una volta erano il cuore pulsante di quella piazza……Fra i negozianti, il Moro, Gostino, Natale di Livio, Cesare Cavallini, i’ Soraurelio e i Monna, che vendevano alimentari, Tito Vinnattieri, i’ Gigia, Nasellino e Fortunato Cavallini che erano i macellai. Tanti erano i bar: il “Caffè Verdi” di Sandrino e della Marzina, il “Caffè dei Cacciatori” di Roberto Nunziati. Il “Caffè La Rocca” di’ Tesi, il “Caffè Roma” di’ Mancini e la fiaschetteria, che era anche locanda di “Beppe” di Giuseppe Nunziati e della figlia Egizia. L’Armida era la mia preferita, perchè vendeva dai dolciumi ai veggioli, dai duri alla menta al petrolio. Altri negozi di dolciumi erano quelli di Procaccino e di’ Bambolona. La drogheria di’ Fochi era conosciuta per i biscotti, Girdo, Zizzola e i’ Drovandi vendevano ortaggi, la tabaccheria di Cencino e la latteria di Sangrino e poi tantissime botteghe artigiane che trattavano un po’ di tutto: sarti, ciabattini, falegnami e fabbri. Altri personaggi della piazza erano il Pievano Pieralli, il Maresciallo Andreini, il Dottor Nencioni. E poi c’era Lello di Lambertino che faceva le bruciate in piazza, zoppo e rimbischerito era comunque la mia passione.

Ricordi dell’infanzia Mia madre, prima di morire, diceva sempre che ero come un albero: legata al terreno come una quercia e mi rimproverava dicendomi che invece avrei dovuto essere fluida come un fiume che se intrappolato si scava la strada anche attraverso la pietra creandosi un nuovo varco.
Da piccola adoravo i “denti di leone”, anche se li ho sempre chiamati “soffioni”, quei fiori bianchi di campo, con quella corolla leggerissima che vola via al minimo soffio di vento. Mio nonno mi diceva di prenderne uno, soffiarci sopra ed esprimere un desiderio. Ogni tanto lo facevo anche se desideravo cose che mi sembravano impossibili, tipo salire sul campano insieme a Gigi di’ Banci e suonare le campane per un’ora o due.

Il mio “Campano” però è legato ad un personaggio: Gigi di’ Banci, il campanaro, un contadino che abitava nei pressi del paese. Gigi era un uomo dotato di tanta pazienza, in particolar modo con noi ragazzi, erano note la sua benevolenza per il prossimo, le maniere dolci, persuasive, caritatevoli, molto pio e devoto, gli mancava soltanto il saio per avere tutte le caratteristiche di un frate francescano. Anche il ricordo di Gigi era ricoperto di polvere come tutte le cose che ormai si lasciamo coprire dall’alone del tempo…..

Il campano e Gigi di’ Banci Se ci chiedete che cosa rappresenta per noi carmignanesi il “Campano”, vi sentirete rispondere, quasi con un certo risentimento, che il campano è tutto. Il simbolo, l’emblema della nostra gente. È’ l’antica rocca da cui si domina tutta la pianura e l’antica torre è diventata la torre civica, munita di campana. I suoi rintocchi avvertivano i contadini dispersi a lavorare nei campi che era l’ora di andare a pranzare a casa e la sera che era l’ora di smettere di lavorare. Siamo gelosissimi del nostro “Campano” e ne parliamo con fierezza ed orgoglio, con racconti storici che sfiorano la leggenda.

Il perché della pittura Ormai adulta, mi ritrovai a camminare vicino ad un prato e rividi quei fiori. Mi fermai un attimo ad osservarli e pensai che da un sacco di tempo non esprimevo un desiderio soffiandoci sopra. Mi chiesi il perché e la risposta mi cadde addosso chiara e sincera…..oramai ero cresciuta e non mi sentivo più matura…solo più triste. Mi chinai, raccolsi il soffione e pensai …… Iniziai a pensare ai miei ricordi. Erano ricordi che avevano bisogno di colore. Non ero stata una bambina felice. E il resto della vita stava riservando strane occasioni sempre condita dal quel vuoto iniziale che mi stavo portando dietro da sempre. Espressi un desiderio….il mio soffio portò i petali lontani e seguendoli con lo sguardo notai che si perdevano con la visione di Carmignano, una visione tenera e familiare, serena e rassicurante. Desiderai di rappresentare i ricordi del mio paese e desiderai di riuscire a dare colore, il colore del ricordo e della mia fantasia. Riscoprivo le figure di un tempo e le vestivo di colore, del mio colore. Ricostruivo i lineamenti, a volte dolci della giovinezza e dall’amore, a volte duri e spigolosi segnati dal tempo, dal lavoro, dall’esperienza e dalla vecchiaia. Chissà se quel varco di cui mi parlava la mia mamma, quando ero piccola, sarebbe stata per me la scoperta della pittura…..

La libertà La mia passione per la pittura nacque così per caso, prendendo una tela ed un pennello ed iniziando subito a dipingere. Ma vi assicuro che fu subito amore.

Iniziai a dipingere per istinto, per passione, perché mi faceva star bene e mi dava serenità. Non avevo maestri che non fossero le mie mani, i miei occhi, la mia sensibilità e soprattutto i miei ricordi….. la pittura mi permetteva anche di rappresentare tutti quei personaggi che la vita di una contadina carmignanese non avrebbe mai conosciuto…..e così misi su tela pescatori, ballerine di flamenco, bambini suonatori di flauto, bagnanti sulla spiaggia, ma soprattutto rappresentai figure umili riprese nella vita quotidiana come venditori di cocomeri, portatrici d’acqua, venditori di bruciate.

Un dipinto via l’altro, giorno dopo giorno, la ragione di una vita. E poi iniziai a scolpire, la pietra serena, quella di Comeana, …….. Immagini di un mondo sereno, che si scontrava con il mio mondo.

Il resto è ombra, il resto è segreto La mia arte è l’immagine interna che diventa esterna, espressione diretta, intensa, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di me stessa.
Io dipingo il mio mondo per nascondere il mondo…. non è da me giudicare e raccontare il potere o desiderare di cambiare lo stato delle cose. Sono un artista che racconta il suo passato in bianco e nero e lo trasforma in colore, in tratti, in caratteri. E cosi rinascono sulla tela personaggi come Gigi di’ Banci, di Lello di Lambertino, dell’Armida, del Maresciallo Andreini e del Dottor Nencioni e donne, uomini e bambini che ho visto ed incontrato in quella Carmignano che fu…… Non potete pretendere nient’altro da me.
Sono un’artista per il mondo che fluttua, del colore dei ricordi, il resto voglio che rimanga ombra, che resti segreto

Iolanda e la memoria Adesso sono vecchia con il cuore che muore di morte lenta, e perdo le speranze come foglie d’autunno…..finchè un giorno non ce ne sono più….nessuna speranza….non rimane nulla…..
Eppure aver raccontato la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, le storie del tempo passato e di una Carmignano che non esiste più e capire che una bambina con più coraggio di quanto credesse, abbia trovato le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità?
Dopo tutto, questi non sono i ricordi di una marchesa, né di una contessa. Sono ricordi…..di un altro tipo.

Iolanda Montagni

Riferimenti
Carmignano ieri, viaggio nella memoria di Arrigo Cecchi – Comune di Carmignano 2003
Favole per adulti bambini di Jolanda Montagni – Centro OFFST srl - 1992
Memorie di una Geisha di Arthur Golden – Longanesi 1998
Colonna sonora
Brani di Giovanni Allevi e dalle colonne sonere di “The Island”, “L’ultimo Bacio”, “Lara Croft, il vaso di Pandora”, “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno”, “Elisabeth, the golden age”.
Ringraziamenti
Si ringrazia la pittrice Iolanda Montagni per averci messo a disposizione il suo tempo, i suoi ricordi ed anche i suoi segreti.
Si ringraziano, come sempre, tutti i rionali che hanno partecipato a vario titolo e con tanto entusiasmo alla realizzazione di questa edizione del San Michele. Un ringraziamento particolare viene rivolto inoltre alle seguenti persone:
Cecilia Mazzanti e la sua Scuola di Ballo che ormai da lunga data ci aiutano nella realizzazione delle sfilate;
Sabina Cesaroni che da oramai lunga data rappresenta la voce del Rione nelle nostre sfilate.
La Campagnia Teatrale Santo Stefano di Campi Bisenzio che è diventata oramai e a tutti gli effetti una presenza gradita e preziosa nella rappresentazione delle nostre storie.
Si ringrazia inoltre la MANIFATTURA DI SIGNA per la gentile collaborazione e per l’aiuto fornito.
Tutti i bambini presenti che sono il futuro del nostro Rione.

Foto e contenuti sono liberamente riproducibili dagli utenti, ma con l'obbligo di indicarne la fonte: festadisanmichele.it
Foto gentilmente concesse da Foto Ottica RADAR via Vittorio Emanuele II Poggio a Caiano


INDIETRO


Torna ai contenuti | Torna al menu