Festa di San Michele - Carmignano - Prato


Vai ai contenuti

Celeste 2011

2011


presenta

E tutto questo è poesia

I carri, i costumi, la sceneggiatura e la regia è opera del lavoro volontario dei rionali del Celeste.
Le voci della colonna sonora sono di:
Carlo Monni, Valentina Banci, Francesco Borchi, Davina Tasselli, Chiara Fratoni
Lorenzo Del Bene, Cosimo Lonoce, Alessandra Trinci, Barbara Londi, Alessandro Gelli,
Francesco Cardini, Giovanni Nunziati, Rinaldo Innocenti, Donatella Petracchi.
Le coreografie sono di Cecilia Mazzanti
I Balletti sono gentilmente realizzati da “Progetto Danza” di Prato

A tutti l’Augurio di una buona serata.


Il Rione Celeste per questa edizione del San Michele 2011 vuole onorare l'amore, la dedizione e la tenacia di una persona semplice nella sua straordinaria genuinità ; volendone riconoscere una forza e una vitalità che ha sostenuto negli anni il Rione e la sua gente; che ha regalato in ogni ruolo da lui interpretato in tutte le edizioni della festa del San Michele sorrisi, commozione, espressioni di forza, fatica, nobiltà . Nostro desiderio quello di celebrare il percorso ideale del Rione Celeste e del suo rionale più fervente e appassionato attraverso i momenti più significativi di alcune delle sfilate realizzate nel corso degli anni.


Primo Carro


La sfilata si apre con il primo carro che rappresenta un salotto della Carmignano che contava nel 1936; sotto un maestoso lampadario scintillante gli illustri personaggi parlano della realizzazione di una festa innovativa che avrebbe, negli anni a venire, aggiunto la poesia e un po' di competizione alla vita quotidiana dei carmignanesi.
Carmignano era un paese operoso abitato per la maggior parte da contadini e con la festa di settembre chi di giorno lavorava nel campo, la sera si ritrovava a recitare la parte del signore.

La Prima automobile a Carmignano


Era il 1938 il protagonista della nostra storia rammenta una delle prime sfilate del Rione intitolata “La prima automobile a Carmignano”: l'impatto della messa in scena incantò quel ragazzo che fu inesorabilmente rapito dalla leggerezza di quello spirito celeste che lo avrebbe accompagnato per tutta la durata della sua vita.
“Rimasi colpito dalla messinscena e pareva i’ cinematografo. Fu da lì che i Rione iniziò ad esser parte della mia vita e come in un solido matrimonio, non ci saremmo mai più abbandonati”


Il distacco con la guerra. Secondo Carro


L'edizione del 1938 fu l'ultima edizione del San Michele degli anni Trenta che fu interrotta a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale del 1939. Un fascio d'oscurità pervase l'Europa: erano iniziati tempi duri per tutti e, quindi, anche per Carmignano. Il nostro protagonista si trovò ad essere partente per la guerra. Il ricordo del Rione Celeste, della Festa di San Michele e della poesia che tutto questo genera, ottenebrato dall'orrore e dalla falcidia della guerra, era motivo di consolazione e speranza per il nostro protagonista nei momenti più bui del suo forzato allontamento dalla terra natia. Una promessa solenne di partecipare ancora ed ancora al San Michele e il ricordo dei cari mantenne viva la speranza di salvarsi la vita dal naufragio della sua nave affondata nel Mar Mediterraneo.



Il ritorno a casa e la ripresa della festa con l'Edizione 1957


“Finita la guerra non fu facile ricominciare: la famiglia, i figli, il lavoro. Non fu facile ricominciare nemmeno per la Festa di San Michele. Se ne parlava tanto ma non veniva fatto nulla. La gente doveva pensare anche ad altro, soprattutto a ricominciare a vivere”. Ma come è giusto che sia, con tenacia e con fatica, finalmente si ripartì e la voglia di fare trascinò, com’era inevitabile, anche la Festa, che riprese alla grande. E si arrivò al ’57. Il nostro protagonista era fra quelli caldi che al Rione avevano sempre pensato e nel’57 non si tirò certo indietro quando decisero di riportare in piazza il san Michele.

L’arrivo dei saltimbanchi, ovvero la vigilia della Fiera di Sant’Andrea.
San Michele 1957


“Una vittoria senza uguali, per un lavoro corale e partecipato”. La riproposizione della sfilata del 1957 descrive come si svolgeva la tradizionale Fiera di San'Andrea quando Carmignano diventava il centro d'incontro per cantastorie, venditori, acrobati, zingari con il loro carrozzone e ancora pagliacci, domatori d'orsi, incantatrici di serpenti; un orizzonte di sogno e magia che già nel 1957 era già un ricordo lontano.


La mietitura. Edizione San Michele 1974- Terzo Carro


Nel ’74 ci fu la svolta. La sfilata si intitolava “La mietitura”. Il nostro protagonista era su un carro ricolmo di grano da tagliare con le lucciole che si illuminavano fra le spighe. Era un caldo settembre quello del ’74 e lui era intento a far finta di tagliare quel campo dorato con il sudore che gli calava sulla fronte.
“Mi sembrava che quel far finta non bastasse a dare forza a quell’azione e mi ritrovai, quasi senza accorgermene, a tagliare il grano davvero, con tutta la forza che avevo nelle braccia e poi, entusiasta, presi un mazzo di quel grano e mi asciugai la fronte, esausto, liberato. Sentii che dalla piazza era partito un applauso forte e deciso di gente commossa e spiazzata da quel mio gesto improvviso e spontaneo. Io pensai tra me e me che la gente rivedeva in me lo sfogo, la celebrazione della loro fatica nei campi, del loro duro lavoro, sempre meno pagato, sempre più disprezzato, perché già allora i contadini non eran più di moda. Le fabbriche oramai stavano attirando tutti i campagnoli che pensavano così di guadagnare di più e lavorare meno. Ero nato come attore e da quell’anno in poi la mia partecipazione alla festa non sarebbe mai più stata come prima.”



“Visita- Riscoprirsi a Carmignano”. Edizione San Michele 2002


E poi arriviamo al 2002. Gli anni avevano segnato il volto del nostro protagonista ma non certo il suo spirito che rimaneva quello di un bambino. Rappresentava un nonno che giocava con il nipote. “Una parte tenera e commovente e in quell’istante ero il nonno di tutti, di tutto il Rione e idealmente di tutto Carmignano e mi veniva giustamente dato quel rispetto che ogni nonno deve avere, quel rispetto e riguardo che soltanto chi ha accumulato tanta storia e conoscenza si merita di avere”.

Lo Spirito Celeste


“San Michele dopo San Michele ero cresciuto con quello spirito celeste che mi aveva accolto e che ora raggiungeva le stelle. Regista dopo regista, caporione dopo caporione, ogni figurante di ogni sfilata, ogni personaggio rappresentato, mi aveva lasciato qualcosa di scritto sulle pagine del libro della mia vita ed ero sicuro di aver contraccambiato. Quel ragazzo che aveva conosciuto quello spirito che lo aveva poi accompagnato per tutta la vita non si sarebbe mai immaginato quanto sarebbe stato bello e forse ancora di più. Quello spirito raggiungeva le stelle e mi portava con sè”.


...E tutto questo è poesia


“Pensate che tutta la Festa non sia poesia? Che bischeri che siete!!! Era poesia quel lampadario acceso che sovrastava tutti, ed era poesia quel campo di grano, quell’uomo forzuto e quel nonno che giocava con il bambino. È poesia tutta la gente che ogni anno si scopre artista, ballerina, attore, costumista e scenografo. E sono stato poesia io…..
Chi sono io? Io sono Gino Borgioli ma mi avete conosciuto come Cintelli, come Gino di Fico e questa sera, nonostante tutto, sono ancora qui, in ogni rionale del Celeste ed in ogni persona che è stata vicina a questa festa e sono quindi anche te....”

Un doveroso ringraziamento a tutti i rionali e non che hanno contribuito alla costruzione di questa sfilata: tutto quello che vedete, costumi, carri, sceneggiatura, è stato realizzato dai membri del nostro Rione a titolo puramente volontario e non professionale.
Un Ringraziamento particolare a Carlo Monni, Valentina Banci, Francesco Borchi per l’aiuto offerto e l’amicizia dimostrata.
A tutti i figuranti, trattoristi, sarte, cantieristi, registi, sceneggiatori, lettori e a tutti gli altri che hanno a vario titolo partecipato alla realizzazione di questa sfilata va il nostro sentito ringraziamento.
Un sentimento particolare per Cecilia Mazzanti e le sue ballerine della scuola di danza “Progetto Danza” di Prato e all’Associazione Teatrale “Santo Stefano” di Campi per l’amicizia che oramai da molti anni, entrambi, ci ricambiano.

La sfilata è dedicata alla memoria di Gino Borgioli e Mario Chiti, storici rionali del Celeste purtroppo scomparsi.
A loro va il nostro più sentito riconoscimento.


Foto e contenuti sono liberamente riproducibili dagli utenti, ma con l'obbligo di indicarne la fonte: festadisanmichele.it
Foto gentilmente concesse da Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano


INDIETRO


Torna ai contenuti | Torna al menu