Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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Domenica 6 Ottobre - Giurato 4

2013


Domenica 6 Ottobre 2013
Giurato 4
Autore e Sceneggiatore TV

Voto e giudizi espressi


Primo posto

Senza ricorrere a carri scenografie e coreografie troppo sofisticati, ma con la dote della semplicità e dell’immediatezza. “Felice, felice, felice” riesce ad emozionare dall’inizio alla fine mantenendo sempre alta la tensione drammatica senza alcuna retorica. Il testo non si sostituisce mai all’emozione che la messa in scena suscita spontaneamente, proprio come accade col cinema. E proprio come al cinema per tutta la durata della rappresentazione , ci si dimentica di essere spettatori in una sala (o in una piazza) e per qualche minuto ci si sente protagonisti e testimoni di quella storia.

Secondo posto

Se non fosse per i piccoli trattori che trasportano i carri che ci ricordano di essere in un paese di provincia, sembra di stare in un’altra epoca lontana anzi lontanissima. I carri, le scenografie, i costumi ci portano letteralmente in un altro tempo e in un’altra dimensione e ci regalano le emozioni forti che solo le grandi piece teatrali riescono a trasmettere. Tutto questo impianto scenografico, bellissimo, suggestivo monumentale rischia però a tratti di far dimenticare la storia rischia insomma di distrarre lo spettatore dal cuore pulsante della vicenda, una bellissima storia d’amore che forse meritava più importanza.

Terzo posto

Metaforico, originale, potente, esotico, ma soprattutto coraggioso. Il testo e le immagini sono diverse da tutto il resto degli spettacoli; si parla di argomenti singolari, di mondi lontani, di storie davvero interessanti e suggestive. Il rischio però è quello di un racconto troppo autoreferenziale, il racconto di un personaggio, Gino Balena, che ha fatto dell'elogio della diversità uno dei suoi cavalli di battaglia, ma che rischia di riferire tutto ciò su di sè, sulla sua storia personale e non sugli altri. Una menzione speciale però deve essere fatta per la straordinaria originalità dei costumi e delle scenografie.

Quarto posto

Nonostante alcuni momenti di grande suggestione, uno tra tutti il racconto della peste, “Carmignano brava gente” ha un testo troppo didascalico, a tratti anche retorico o addirittura moralista, che rende il racconto piatto e poco emotivo. Le emozioni si vivono, non si descrivono! Dal punto di vista visivo invece risulta un po’ troppo disomogeneo, ovviamente perché il racconto ha l’ambizione di descrivere epoche storiche diverse, un’ambizione lodevole ma che alla fine inficia il risultato portando a una dispersione delle energie e delle emozioni.

     

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