Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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San Michele 2012 - Rione Bianco - Canto Brado

2012

-


presenta

Canto Brado

UN SEMPLICE OMAGGIO ALLA NOSTRA TERRA, AL NOSTRO ESSERE CARMIGNANESI

Capita a volte che il tempo corra più veloce del solito, che le parole, i gesti, i sorrisi restino indelebili nel diario di una vita e che solo una fotografia, una poesia, un ricordo siano in grado di darti quello che il tempo stesso ti ha portato lontano.
Capita a volte che fermandoti ad osservare il paesaggio, le case e i volti delle persone, ti sembra che qualcosa ti sia stato strappato, come se il tempo non ti avesse dato la possibilità di vivere istanti che oggi non puoi più avere.
Ti guardi intorno e ti accorgi che Carmignano resta lì a ricordarti tutto quello che oggi non c’è più, come a dirti che non esiste una seconda opportunità e che tutto quello che è stato, resterà solo impresso nella pellicola di una vita: potrai rivederlo, ricordarlo, ma non potrai mai più riviverlo.
Eppure se fosse davvero così, sarebbe troppo triste, sarebbe come arrendersi al tempo che passa, inermi, senza poter fare niente.
A volte l’immaginazione, la forza di un affetto spezzato, la bellezza del paese dove sei nato e hai vissuto, possono ridarti tutto quello che pensavi aver smarrito per sempre.
Carmignano in fondo è un suono antico, una formula magica, una chiave, la sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde la tradizione più vera, quella che si tramanda di padre in figlio, quella tradizione che non è scritta ma che passa attraverso i racconti e le storie dei nostri nonni. Quei suoni, quei colori che il tempo stesso rischia di cancellare per sempre affidandoli ad una memoria sterile, tinteggiata dalle sfumature del bianco e del nero.
Carmignano però è soprattutto il nome di un paese dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale, un piccolo paese di poche anime dove puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti.
E se allora tutto quello che sai lo devi a questo paese, forse c’è ancora tempo per richiamare queste memorie, per togliere la polvere da quei momenti di vita vissuta, per dare colore a quei gesti impressi nella terra e nel sole.
Sei ancora in tempo per intonare quel canto alla vita, quel CANTO BRADO, da dedicare a chi verrà dopo di te.

Stasera ho qualcosa a cui pensare. O qualcuno. Ho trent’anni, un animo sereno. Quando sono sola, mi diverto a raccogliere i frammenti del mio passato, a ricordare ciò che ho vissuto, ad immaginare ciò che può essere stato. Mio nonno è morto il giorno del mio quinto compleanno: non ho ricordo di lui, se non questa fotografia a colori, che il tempo ha consegnato a me.”

Così comincia la storia che quest’anno vogliamo raccontare. E quale migliore inizio per parlare di un nonno, ormai scomparso da quasi trent’anni: testimone, come tanti altri anziani, della realtà carmignanese che è stata. Quella realtà che troviamo sbiadita nelle fotografie, nei ricordi custoditi in cassetti che odorano di vecchi giornali. Una nipote, nata negli anni ’80, che l’ha solo sfiorata, quella realtà. Provare a raccontare un secolo di storia della nostra terra, di Carmignano, senza averla vissuta, ricostruendola attraverso i racconti di chi c’era, attraverso la memoria di chi, in questa terra, ci ha trascorso una vita.
Un forte dialogo, lontano nel tempo, tra nonno e nipote. Un dialogo tra moderno ed antico. Un’alternarsi di registri, tra reale e simbolico, che mai entrano in collisione, ma si inseguono, senza mai veramente trovarsi.
I ricordi reali del nonno di una Carmignano che non c'è più, si incontrano e si scontrano con le sensazioni, le immaginazioni di una nipote trentenne che re-inventa a modo suo ciò che è stato.
Questo è il nostro omaggio alla terra. A quella Carmignano dove siamo cresciuti, a quella terra che ha costantemente segnato anche la vita di chi ci ha preceduto. E’ questo il nostro modo di raccontarla a chi la vive per la prima volta. E’ questo il modo che ci sembra più giusto, per noi ragazzi nati negli anni ’80, di raccontare delle nostre radici.
Prima o poi l’oceano del tempo in cui tutti navighiamo ci restituisce i ricordi che vi abbiamo sepolto.

Ogni giorno se ne va un pezzo di ciò che è stato. Ogni giorno diventiamo sempre più poveri, perché è nel cuore delle persone che ci hanno preceduto che sta la nostra vera ricchezza. Mi chiedo che ne sarà di tutto questo, se rimarrà traccia di queste tradizioni.”.


I carri, i costumi e le scenografie sono stati realizzati interamente dai rionali ed è proprio a tutti loro che va il nostro ringraziamento più grande. Dal piccolo all’anziano, ogni sera ognuno di noi si è impegnato al massimo per far nascere questo spettacolo e tramandare la forza della nostra tradizione alle future generazioni.

Un ringraziamento anche a Raffaele e Francesca perché con le loro coreografie hanno trasformato in realtà i sentimenti di questa storia.

Sergio Forconi e Silvia Budri hanno gentilmente donato le loro voci a questo spettacolo, dando anima e corpo alla nostra immaginazione. Alla loro disponibilità, all’impegno e alla dedizione che ci hanno messo va il nostro Grazie più grande.

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Foto e contenuti sono liberamente riproducibili dagli utenti, ma con l'obbligo di indicarne la fonte: festadisanmichele.it
Tutte le foto le potete trovare presso Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano


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