Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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San Michele 2013 - Rione Celeste - Sognerà in Nero, Bianco e Turchese

2013

-

gli altri rioni e tutto il pubblico intervenutola sfilata

Sognerà in nero, bianco e turchese

…qui rise l'etrusco, un giorno, coricato, cogli occhi a
fior di terra, …
E accoglieva nella sue pupille
il multiforme e silenzioso splendore della terra fiorente
e giovane,cui aveva succhiato il mistero gaiamente,
senza ribrezzo e senza paura , affondandoci le mani e
il viso …!
V. Cardarelli

I carri, i costumi, la sceneggiatura e la regia opera del lavoro volontario dei Rionali del Celeste.voci della colonna sonora sono di: Banci, Francesco Borchi e Duccio Barlucchi.coreografie sono di Cecilia Mozzanti e Leonardo Baldi.Balletti sono gentilmente realizzati da “Progetto Danza”di Prato, “Non solo danza”di e da “Blu-Sky dance”del Rione Celeste. La colonna sonora èstata registrata presso “Mornaite Studio”di Sesto Fiorentino.

SFILATA

Vivevano nella terra conosciuta come Etruria, tra i fiumi Tevere e Arno, dalla costa tirrenica alle spiagge dell'adriatico. Nella loro lingua si chiamavano RASENNA ma dagli altri popoli erano detti Tirreni o Etruschi. Nei mari erano avversari temibili e come fabbri nessuno gli eguagliava. Svilupparono l'architettura e la pittura ma vennero ricordati sopratutto per la lavorazione dell'oro e del ferro, della ceramica e del bucchero. Vi raccontiamo di uno di essi, principe di Artumes , che visse piúo meno XXVII secoli fa. La sua tomba éstata profanata piùvolte rendendo impossibile ricostruire la sua identità

Questa é la nostra verità

Le ombre disegnate dagli alberi che ricoprono il tumulo di Montefortini a Comeana, ci accompagnano in questo viaggio nella nostra storia e ci raccontano di un principe di Artimino, nostro antenato, che condusse una vita di onori e che sul finire di essa si riposòsotto un grande albero contemplando le stelle e domandandosi se fossero le stesse anche al di làdel mare, perchéera proprio in quelle terre misteriose che era nata la sua avventura.
“Una delegazione di miei servitori aveva raggiunto le coste dell'Africa del nord per fare un carico di merce preziosa. Nella lista delle cose da comprare c'erano le stoffe, l'oro ma soprattutto c'era l'avorio che arrivava ancora da piùlontano.inviato come dono per il signore di quel luogo gli alabastri di Volterra e molte terrecotte dipinte a Veio e lui mi aveva reso onore con due doni che avrebbero cambiato la mia esistenza e permesso di tramandare la mia memoria per l'eternità: una coppa in vetro azzurro finissimo e una serva, nera come l'ebano, con una lunga treccia di capelli nerissimi,che mi avrebbe reso l'uomo piùfelice del mondo.la delegazione entrònel mio palazzo il mio sguardo fu subito rapito da quella coppa di vetro azzurro e da colei che la trasportava che mi guardò, timorosa ma appassionata: da quello sguardo capii che la mia ammirazione per lei era ricambiata. Fra i saluti dei miei emissari e dei portatori d'avorio le presi la mano per condurla a me, non da serva ma da compagna per la vita”
L'artista di corte incaricato di lavorare quelle zanne di avorio preziose incontròil nostro principe:
“oh mio principe, avendo avuto l'incarico di metter mano a quel prezioso avorio, avrei pensato di realizzare una ricchissima cassa a piùlati per contenere la bella coppa di vetro turchese che ti giunse da tanto lontano. Con la tua corte e la tua gente vorremmo che raccontasse di te nelle vesti di Eracle perchéla tua forza e il tuo coraggio sono per loro di grandezza pari a quelle del mitico greco”
Il principe, compiaciuto di tale proposta, chiese che su quella cassa venisse rappresentata anche la figura di una donna bellissima con una lunga treccia di capelli adagiata sulla sua schiena poichèquello era il suo cuore.
“Molti giorni e molte notti erano passate dal nostro incontro ed il nostro amore era cresciuto come il grano nei campi arati di Artumes. Quel giorno promisi alla mia amata di condurla al tempio per farle conoscere la potente sacerdotessa della dea Artemide. Fra ali di folla raggiungemmo il tempio”
La sacerdotessa parlò:
“So chi sei. Da lungo tempo aspettavo la tua visita e stagioni e giorni e notti sono trascorse invano. Non potevi pensare di non tener conto della volontàdegli dei che decidono del destino degli uomini. Tu pensavi di aver concluso qua il tuo viaggio ma il viaggio non finisce mai. Quando non te lo aspetti bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Ora io di predico che la guerra toccheràla tua casa e quell'amore che credevi eterno. I sentimenti però, come i gesti e le storie possono prolungarsi in memoria, in ricordo,in narrazione”
La guerra, infatti, da lìa poco coinvolse anche Artumes e il Principe lasciòla sua casa e la sua amata per recarsi in aiuto di un Popolo amico. Ferito in battaglia fece ritorno nella sua patria su di una lettiga certo che avrebbe ritrovato il conforto della sua bella amata. Lìgiunto la trovòmorta, spezzata dal dolore per la sua lontananza e dall'infausta notizia che le era giunta.
“Prima di incontrare i miei dignitari mi feci accompagnare sulla cima del colle, sotto le chiome di un albero per guardare le stelle all'orizzonte e pensare a lei che stavo per ritrovare. Ripensai a lei, a noi, finchédecisi che anche per me la permanenza su questa terra era ormai conclusa e mi feci riportare nel mio palazzo per lasciare il mio testamento.
giunge, o compagni, il tempo piùadatto per allontanarsi dalla vita, che èreclamata dalla natura. Fui sempre propenso, come sapete, alla pace e gli dei me ne riconobbero merito donandomi l'amore di un'anima pura. Non saràvergognoso riconoscere che da tempo ho appreso da una predizione profetica che sarei morto a seguito dell'azione del ferro senza il conforto della mia amata, arrivata da lontano. Al mio ritorno la trovai morta e ringrazio ora gli dei che la ferita del ferro sia il mezzo per raggiungerla. Perciòora venero il sempiterno nume, perchénon muoio per clandestine insidie, o tra i dolori delle malattie, ma in mezzo a splendide glorie, ho meritato una illustre dipartita dal mondo. Ancor meno patimento saràper me questa fine perchésento che la mia amata mi chiama a se. Il parlare èstato sufficiente, ora il vigore delle forze mi sta abbandonando. Sono giàcon lei".
Aveva 47 anni.

In questi 27 secoli la tomba del principe, che adesso si trova a Comeana nel luogo detto di Montefortini, ha subito varie vicissitudini, fra terremoti, furti, finchènon èstata scavata dagli archeologi della Soprintendenza dalla fine degli anni 'In quel monumento eccezionale sono stati ritrovati, nell'argilla ormai diventata pietra, due bellissimi incensieri in bucchero, una ciotola in vetro turchese, probabilmente proveniente da Nimrut antica cittàaldilàdel Mar Mediterraneo ed una quantitàimpressionante di reperti in avorio che ci presentano scene di caccia e di guerra, di animali e guerrieri, Gerione, mostro a tre teste, ed una piccolissima figura di donna, con una lunghissima treccia di capelli adagiata sulla schiena. che vi abbiamo raccontato èuna storia frutto della fantasia nostra ma quegli oggetti sono custoditi nel Museo Archeologico Comunale di Artimino, visibili a tutti, e ci raccontano di un passato glorioso e affascinante i cui fantasmi ti prendono in carico all'ingresso e ti accompagnano fino alla fine facendoti pensare ad un tempo fantastico popolato da eroi e persone comuni.ci abbiamo trovato un principe ed il suo amore dagli occhi scuri e dalla lunga treccia nera avvinti nel loro amore immortale…
“Sento una musica in lontananza e questa saràla musica del mio sogno. Chissàse anche lei sogneràle mie stesse cose…Ho riscritto, nella mia mente, interi movimenti immaginando i nostri ripetuti incontri in vite diverse, epoche diverse. Non riuscivo a spiegarmelo, ma sapevo che c'era lei quando si èaperta quella porta. In mezzo all'avorio, alle merci preziose e alla coppa turchese c'era lei, bella e piena di amore e quell'amore rendeva ancora piùpreziosa quelli oggetti.sapevo chi eri, ti avevo sentita arrivare in un sogno. Prima di te la mia vita andava in una direzione. Dopo di te verso un'altra. Dopo la rivelazione della sacerdotessa potevo pensare mai che l'infinito fosse contro di noi ?
Ho capito che la nostra vita non ci appartiene, siamo legati ad altri, passati e presenti e che da ogni crimine e da ogni gentilezza generiamo il nostro futuro…quando ti avròritrovata non ti lasceròandare di nuovo amore mio. Credo che esista un altro mondo che ci attende, un mondo migliore …ed io ti attenderòlì…”

SFILATA E'DEDICATA ALLA MEMORIA DI PIERO CHITI
A LUI IL NOSTRO RICONOSCIMENTO.

Un doveroso ringraziamento a tutti i Rionali e non che hanno contribuito alla costruzione di questa sfilata: tutto quello che vedete, costumi, carri, oggettistica di scena, accessori e sceneggiatura sono stati interamente realizzati dai Rionali a titolo puramente volontario e non professionale.ringraziamento particolare a Valentina Banci, Francesco Borchi e Duccio Barlucchi per l'aiuto offerto e l'amicizia dimostrata.tutti i figuranti, trattoristi, sarte, cantieristi, registi, componenti del comitato centrale, sceneggiatori, narratori e a tutti gli altri che hanno, a vario titolo, partecipato alla realizzazione di questa sfilata, va il nostro sentito ringraziamento.ringraziamento sentito anche ai ballerini Duccio Nappini e Champa Manetti per la disponibilitàe l'amicizia dimostrata.pensiero particolare per Cecilia Mazzanti e le sue ballerine della scuola di danza “Progetto Danza”di Prato, a Leonardo Baldi della scuola di danza “Non solo danza”di Campi Bisenzio e all'Associazione Teatrale “Santo Stefano”di Campi Bisenzio per l'amicizia che oramai da molti anni, ci ricambia.

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Le foto sono gentilmente concesse da
Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano

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