Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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Verde 2011

2011


presenta

Parole, visioni, emozioni, nero su bianco, scolpite nei ricordi. Memoria, claudicante e tramandata, di fatti e volti, sguardi e voci. Intrecci di frasi mai dette, ammiccanti, protette dalla nebbia di anni troppo bui. Sogni e risvegli, ricerca perenne, fra dolore e rinascita. Eccola Carmignano. Risale fiera la china della Storia. Orecchie tese. In cerca del mai detto nel troppo raccontato, riflettendo severa su quell'uno contro l'altro, superato con forza e voglia di unità. Eccola Carmignano. Prosegue a passi lenti, guarda avanti, ma non molla la presa. È fra le sue mani che trattiene, decisa, quel tempo che fu, ormai pronta a raccoglierne le grida, il bisogno di urlare al vento...

Una Cento Mille Verità

Prologo: il protagonista non è realmente il figlio di uno degli arrestati a Carmignano per l’omicidio di Pucci e Verdini, pertanto non ha nome; arriverà e ne vestirà i panni in piazza.

Scene 1-5

Il protagonista entra nella sua cantina.
Oh che bella luna c'è stasera ... quanti ricordi ... Tutta una vita (apre il baule)
Certo la mia mamma non buttava via proprio nulla. Eh sì eh, con la fame che s'è fatto ...
(prende i faldoni di vecchi giornali)
Quanti anni di vita in queste pagine ingiallite ... (poggia i faldoni e continua a rovistare)
Guarda questa o quant'anni avrò avuto quando me la cucì la nonna. .. O questa ... (legge timbro)
Carcere di Fornelli, Asinara … la LETTERA DEL MIO BABBO....
(siede spiazzato. Silenzio totale. Poi si fa forza, apre la busta intatta, inizia a leggerla)
Figlio mio, quel che devo dirti è roba dura: sono colpevole... colpevole.
Una raffica di spari interrompe la lettura. I ricordi lo assalgono.

Scene 6-7

Voci di Carmignano
Che è successo? … Ma chi è morto?
Sembra due carabinieri … Sì, li hanno ammazzati vicino alla piazza, la strada che va a Seano … No, uno è morto e l’altro è ferito … Macché son morti tutti e due …
Dice che sanno chi è stato …
Entra in piazza Tommasa Manetti cercando il figlio
Dov'è Luigi ... Luigi? … Hai visto Luigi? ...

Scene 8-9

Il protagonista sfoglia i quotidiani di allora, ne legge qualche titolo. Poi ricorda.
CARMIGNANO, RACCOLTI ABBONDANTI E VOGLIA DI RISCATTO.
MOTO DEL CAROVIVERI. SOCIALISTI IN RIVOLTA
IL MERCATO AGRICOLO FA IL PIENO

Sfreccia lo “scemo del villaggio”:
Sveglia! Buongiornoooo!

Ci son cresciuto in quel primo dopoguerra, la Storia... le storie... al di là del colore politico, il parere era uno: c'era miseria, ma la gente aveva il sorriso.
Nell'aia del Santini o dal Banci, alle veglie dal Pini, dietro la Porticciola... ovunque quei racconti.
Gli anni Venti facevan capolino e Carmignano era tornata a sorridere dopo la Grande Guerra.... quanti capi famiglia mai più tornati, quanti morti .. ci si mise pure l’influenza: l’implacabile Spagnola!

Ma quel biennio, fra il Diciannove e il Venti, aveva portato un'aria nuova anche qui. Carmignano, cullata dal profumo dei campi, era d'un bello... La campagna era un giardino: grano, granturco, saggina, avena, trifoglio, viti,ulivi...
Una Carmignano laboriosa, in piena ripresa, in cui la vita era scandita dal sole e dai rintocchi del Campano. La terra, grazie all'amore che la nutriva, era tornata a dare i suoi frutti, e il nostro vino, l'olio e i fichi secchi li conoscevano tutti nella piana.

Quei braccianti si spaccavano la schiena per poche lire. “La terra è bassa”, quante volte me lo diceva mio nonno al rientro dai campi.... “La terra è bassa”... e il guadagno andava quasi tutto ai padroni, i signori delle grandi fattorie: il Marchese Niccolini, il Ricci... i Conti Contini Bonaccossi, la Contessa Ferretti di Castello, il Conte Rasponi. E nel mezzo, i signorotti come il Verzani e tanti altri. Poi un centinaio di contadini a mezzadria, sparsi in tutto il territorio.
Ma a Carmignano c'erano anche i carrai, i fabbri, i bottai, i muratori, gli scalpellini e le trecciaiole, un piccolo universo di gente semplice, che un giorno si mise in testa di poter cambiare le cose...

Per tanto tempo, il comune è stato un feudo dei padroni e dei notabili che lo usarono per difendere i loro interessi, fregandosene della povera gente.
Era il 1908 quando i socialisti riuscirono a far eleggere due rappresentanti in consiglio comunale, e con i Popolari cominciò la difesa dei più deboli.


La Grande Guerra fu lo spartiacque. Alla povera gente per convincerla a combattere senza lamentarsi vennero promesse terre e ricompense. E chi l'ha mai viste? Ecco perché tante tensioni, manifestazioni e i primi scioperi. Nacquero tante cooperative di lavoro, sia rosse che bianche, e le proteste divennero quotidiane. Anche Carmignano era entrata nel biennio rosso. Poi le prime conquiste: otto ore di lavoro al giorno, paghe minime concordate e settimanali, l'abolizione del lavoro a cottimo e i primi passi verso un sindacato.

Scena 10

31 OTTOBRE 1920, AMMINISTRATIVE: IL PPI PREVALE A CARMIGNANO E POGGIO. IL PSI A COMEANA E SEANO
2 NOVEMBRE 1920, I SOCIALISTI CONQUISTANO IL COMUNE
Nel novembre del '20 Carmignano ha il suo primo sindaco socialista della storia: il Nepi, il sindaco carraio. Che durò tanto poco....
Voci di Carmignano
Eccolo Giovannino, Il figlio del padrone!
Sempre a quella finestra a ficcanasare e farci le pernacchie
Speriamo gli passi crescendo, se no … poveri noi / la gli si fa passare

Scene 11-14

La giunta stava facendo una bella baraonda. I padroni avevano un diavolo per capello. Dovevano portare l'olio al magazzino annonario per le famiglie bisognose. Ma lo volevano vendere fuori, e fecero orecchie da mercante. Il sindaco non si arrese e si rivolse al prefetto. Lo odiavano. E poi le misure per calmierare i prezzi, contro la disoccupazione, per tassare le industrie agrarie... mise anche in cantiere la tassa sul bestiame.
Non l'avesse mai fatto!!! Era il 20 gennaio 1921. Sette giorni dopo la giunta Nepi tenne l'ultima adunanza.

Il giorno cruciale fu lunedì 28 marzo 1921. I socialisti, in vista della Pasqua, si erano opposti alla benedizione del palazzo comunale. E tanta gente protestò. Per forza, a Carmignano la religione è da sempre molto sentita... Il Nuovo Giornale dice che arrivò in paese anche un gruppo di giovani da San Piero a Ponti. Il sindaco parlò di provocatori fascisti, interruppe in tutta fretta il consiglio comunale, fece chiudere gli uffici e ordinò all'usciere di consegnare ai fascisti le chiavi: “Quando saranno andati via loro, torneremo noi”, disse. Da pochi giorni a Carmignano era nata una sezione del fascio e il tesseramento era cominciato. La tensione fra le due parti politiche contrapposte era alta.

Cori socialisti contro cori fascisti

Scena 15

I fascisti avevano scortato il prete fino al Comune per permettergli di benedire le stanze. Ma gli animi non si erano ancora placati. Intervennero i Carabinieri. Il pomeriggio stava tramontando e la calma si era ormai ristabilita. Per lo meno in apparenza.

Scene 16-18

Alle 22, uscirono in pattuglia due giovani Carabinieri.

Vittorio Pucci nato il 6 maggio 1894 a Capraia e Limite. Figlio di Ferdinando, colono, e di Angiola, trecciaiola. Capelli neri, occhi castani, pelle olivastra. Contadino. Non sa leggere né scrivere. Partito per la guerra a 21 anni, encomio solenne nel '17.
Giuseppe Verdini nato a Pratovecchio il 22 luglio 1898. Figlio di Marco e Francesca, coloni. Capelli rossi, occhi azzurri. Carrettiere. Sa leggere e scrivere. Chiamato alle armi il 3 marzo 1917.
Quella sera del 28 marzo 1921 Pucci non aveva ancora compiuto 27 anni; Verdini 23.

Due ragazze affacciate a spiarli
Eccoli eccoli! Shhh, non ci facciamo vedere
Guarda come è bello … Mi garba tanto …
Domani glielo dico …

Spari. Silenzio.

Scene 19-21

Due donne corrono per avvisare degli imminenti arresti
Laura digli a Gino di scappare! Via via presto!
Arrivano le squadracce! Vengono i Carabinieri!
Ci arrestano tutti! …
Anche lo “scemo del villaggio” vuol fare la sua parte, in frenetica pedalata
Via via via … Scappare! …

Fu una tragedia e subito vennero accusati i socialisti, quelli che non chinavano il capo di fronte alle scorribande fasciste. Girava anche voce che qualcuno dei rossi volesse dare una lezione ai Reali Carabinieri. Ma quella sera, in quella che oggi è Via Pucci e Verdini, nessuno vide chi sparò. Nessuno. Può darsi che i socialisti stessero salendo da Seano puntando alla Caserma e trovatisi davanti i due militari, abbiano pensato di agire contro di loro, uccidendoli. Come può essere che i fascisti abbiano colto la palla al balzo per compiere un atto dimostrativo contro i carabinieri e far ricadere la colpa sui socialisti. L’unica cosa certa di quella sera è che Pucci e Verdini si ritrovarono di fronte una ventina di uomini, e qualcuno sparò loro contro 7 colpi a raffica, per poi sparire nei campi.
Ma non si attesero indagini o processi. I colpevoli dovevano essere i rossi. La notte ci fu un fuggi fuggi generale fra tutti i simpatizzanti socialisti, che temevano l'arresto. Ne portarono via a decine e i fascisti non persero tempo appiccando il fuoco a tutte le cooperative e i circoli.

La Nazione, 29 marzo 1921: Un'altra giornata di torbidi sanguinosi ... Dall'egregio funzionario coadiuvato dai graduati e dai militi della benemerita sono stati arrestati molti individui che si ritiene abbiano partecipato all'imboscata.

Due paesani commentano
Dicono che sono stati i socialisti
Ma vien via vai, li hanno ammazzati ma quegl'altri!
Quegl'altri chi?
Come se non lo sapessi: le squadracce. Son stati loro, i neri. E in galera ci portano i rossi!
Sei sempre il solito comunista

Eccola Tommasa Manetti, la madre uccisa per sbaglio durante i rastrellamenti a Seano. Sentendo gli spari e temendo per il figlio ventenne Luigi, uscì di casa, e morì con una pallottola nel cuore.
Tommasa, l’urlo:
Luigi!

Scene 22-24

Discorso del Marchese Perrone
Cittadini!
Nel paese nostro, noto per le sue tradizioni di mitezza e bontà, mani assassine hanno ucciso a tradimento i bravi carabinieri Pucci Vittorio e Verdini Giuseppe.
Commemoriamo con fervore le innocenti vittime del dovere, e condanniamo con somma esecrazione i vili assassini!
Carmignanesi!
Ai poveri morti tutte le nostre lacrime e i nostri fiori.
Il vero popolo di Carmignano non ha le mani macchiate di sangue, e spiega al vento tutte le sue bandiere.
Viva l'Italia!
Il coro fascista plaudente:
Eja, Eja, Alalà!

La Nazione, 30 marzo 1921: Dopo la traduzione degli arrestati, dal balcone della casa Cardini, ha parlato applauditissimo il fascista marchese Perrone.

Il 31 marzo, dopo i funerali di Pucci e Verdini, il prefetto di Firenze esautorò l'amministrazione socialista, nominando un commissario. Iniziò un periodo di repressione e violenza, che culminò nello scioglimento del consiglio comunale per regio decreto. Quando si tornò a votare per le amministrative era il 25 marzo 1923: il paese era fascistizzato.
Pucci e Verdini vennero iscritti d'ufficio nei ruoli dei 'martiri fascisti', e venne loro dedicata una lapide, distrutta durante la guerra.

Nessuna indagine, nessun procedimento dopo l'omicidio... tutti ebbero fretta di trovare i colpevoli. Il processo venne imbastito e si arrivò alla condanna definitiva di sette persone. Tre in contumacia. Vennero condannati chi a undici e chi a quattordici anni di carcere. Ma era ormai il luglio 1925, l'Italia era in piena dittatura fascista.

Epilogo
La madre al protagonista, quando era piccolo
.
Figlio, questa lettera è per te. Te la manda tuo padre.

Il protagonista, dopo aver ripercorso gli eventi, riprende la lettura della lettera del padre dal carcere, in cerca di una difficile risposta.
Da quella tragica notte, rossi e neri si accusano a vicenda. E non hanno ancora smesso. OGNUNO CON LA SUA VERITA’.
Chissà se mio padre in questa lettera mi svela il mistero.
Non ebbi la forza di leggerla allora. Ero troppo piccolo, confuso, arrabbiato … E tutte le voci dissonanti, l’ossessione di un’intera vita … È IL MOMENTO DI SAPERE.

28 Marzo 1925

Caro figlio,
da quattro anni vedo sbarre, ora, per alleggerirle, ti apro il mio cuore.
Quel che ho da dirti è roba dura. Sono colpevole. Colpevole di averti lasciato solo. Di aver tradito la fiducia di tua madre che voleva lasciassi la politica. Di aver obbligato tuo nonno a vendere casa, per un avvocato che mi tiri fuori da questo nero e freddo carcere, specchio di questi tempi bui e tristi.

Figlio mio perdonami di non esserti accanto mentre cresci.
Perdonami di non poterti vedere sorridere, inciampare, rialzarti.
Ma non vergognarti di me, vivi a testa alta. Io non sono un assassino. La mia colpa è di aver sempre e solo seguito il bisogno di cambiare le cose. Ma non ho sparato. Non dimenticarlo.
Ho agito con cieca fiducia in un futuro migliore, per te, per la nostra gente, per un paese giusto e libero, per gli eterni valori che faranno l’Italia di nuovo grande. Ma non ho ucciso.
Tu sei ancora piccolo e tutto ciò che vedi è che tuo padre non c'è. Crescerai e capirai.
Io non ho odiato. Ho sperato e lottato per i miei ideali.

Al di là di quale volontà o credo armò le mani responsabili di quelle atroci morti, spero tu capisca che quella sera di quattro esatti anni fa, è la Storia che ha ucciso. La Storia ha arrestato decine di uomini. La Storia ha piegato un’intera generazione, ha stroncato le famiglie nel dolore, ci ha ridotti in miseria. La Storia ha costretto tanti bambini, come te, a crescere nell'onta di avere un padre galeotto. Perdonami, mio piccino. Ma così doveva andare. Così è andata.

Figlio mio, ora bisogna ricordare, tenere viva la Memoria.
Da questa tragedia collettiva, Carmignano dovrà prendere coscienza della propria anima divisa, riconciliarsi con l’altro e trovare pace.
L'unica strada che valga la pena percorrere è in salita, ma culmina in orizzonti sereni.
Rammentalo figlio mio e seguila.
Sarà dolorosa, ma …

Ti amerò sempre
tuo padre.

Bibliografia
Affortunati Alessandro , Mille volte no. Sovversivismo e antifascismo nel Carmignanese, M.I.R. Edizioni, 1999
Affortunati Alessandro, Sotto la rossa bandiera, Prato, Camera del Lavoro, 1996
Affortunati Alessandro , Giuseppe Gregori, Il movimento operaio dell'area pratese dalle origini all'avvento del fascismo, Prato, Camera del Lavoro, 1998
Barbaodoro Idomeneo, Storia del sindacalismo italiano dalla nascita al fascismo, Firenze, La Nuova Italia, 1973
Candeloro Giorgio, Storia dell'Italia moderna, Milano, Feltrinelli, 1978
Cantagalli Roberto, Storia del fascismo fiorentino 1919/1925, Firenze, Vallecchi, 1972
Carocci Giampiero, Storia del fascismo, Milano, Garzanti, 1975
Cecchi Arrigo , Carmignano ieri, viaggio nella memoria, Comune di Carmignano, 2003
Gelli Silvano , Movimento cooperativo e lotte sociali nel territorio orientale del Montalbano (1872-1922), Comune di Poggio a Caiano, 1998
Gioffreda Tommaso, Una lapide “scomparsa”. Storia dei Carabinieri Vittorio Pucci e Giuseppe Verdini. Ricordo di Tommasa Manetti, Kaleidon Editrice, 2011
Maione Giuseppe, Il biennio rosso, Bologna, Il Mulino, 1975
Matteucci Benvenuto, Carmignano e il suo territorio, Carmignano, Cassa Rurale e Artgiana, 1982

Il Rione Verde ringrazia tutti i rionali che con passione hanno saputo andare avanti a testa alta. Un pensiero a chi c’era e a ciò che ha lasciato; a chi è arrivato e a quel che ha dato; e un grazie a Chiodo Fisso e Versus Compagnia Teatro/Laboratori Teatrali per il loro prezioso contributo.

Carri, costumi, soggetto, sceneggiatura e musiche sono interamente frutto del lavoro volontario dei rionali. La regia è della cara amica Silvia Mercantelli, le coreografie di Katia Mancini del Centro danza e spettacolo 'Punto Sport' e Miosotys Dans School, e di Lara Favi dell'Accademia di danza 'Hidron'. Tutta la nostra gratitudine a Francesco Del Puglia, la storica voce del rione.

Foto e contenuti sono liberamente riproducibili dagli utenti, ma con l'obbligo di indicarne la fonte: festadisanmichele.it
Potete trovare tuute le foto presso Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano


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