Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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San Michele 2012 - Rione Celeste - Le sere della neve

2012

-


presenta

Le sere della neve


I carri, i costumi, la sceneggiatura e la regia è opera del lavoro volontario dei rionali del Celeste.
Le voci della colonna sonora sono di:
Valentina Banci, Leda Martelli e Barbara Londi
e dei piccoli Matteo Cappellini, Chiara e Deborah Cinalli, Leonardo Del Bene, Niccolò Gelli, Niccolò Fanelli, Alessia e Giulia Innocenti e Vittoria Lolli,
Le coreografie sono di Cecilia Mazzanti e dal gruppo Ursitti-Baldacci-Taverni-Gori
I Balletti sono gentilmente realizzati da “Progetto Danza” di Prato
e da “Blu-Sky dance” del Rione Celeste
La colonna sonora è stata registrata presso il “Mornaite studio” di Sesto Fiorentino

A tutti l’Augurio di una buona serata.

La sfilata

Premessa

I vecchi nonni sono testimoni di una storia relativamente recente e contingente che non si legge sui libri di storia. È una storia di paese, semplice, onesta che ci racconta di persone che non ci sono più, con degli strani soprannomi e di racconti, a volte favole, che non hanno inciso nella storia dell’umanità ma che sono rimaste nella memoria delle persone e ci sono state tramandate. Molti di quei racconti adesso non hanno quasi più interesse per i nostri bambini. I bambini di oggi sono aggrediti da una tale quantità di suggestioni planetarie che i personaggi di questi racconti, come una strega di paese o un ragno innamorato, non sono più capaci, come un tempo, di destare interesse e di mettere in movimento l’immaginazione.
Ma un tempo, quelle storie, erano il divertimento delle sere d’inverno nel canto del fuoco, quando non c’era ancora la televisione che imperversava in tutte le case e quando il rapporto intergenerazionale era ancora molto stretto capace di un interscambio che permetteva la trasmissione della memoria ed un insegnamento saggio di morale e tradizione.
Le nevicate dell’inverno scorso che hanno riempito con le loro immagini tutti i telegiornali di tutti i canali televisivi, hanno riportato alla memoria dei nostri anziani la straordinaria nevicata che nel 1956 colpì tutta la nostra nazione e anche Carmignano. Il freddo di quell’anno causò tantissimi danni all’economia agricola bruciando gli ulivi e gli alberi da frutto, danni che poi ebbero conseguenze anche negli anni successivi aumentando, in molti casi, la miseria e minando il benessere di molti. Con il passare del tempo però, nella memoria dei nostri nonni, si è affievolito il ricordo della disperazione ed è rimasta nella mente la magia e l’immagine della neve che per giorni e giorni ricopriva in gran quantità la nostra terra. Un manto bianco che copriva tutto, i colori, i suoni, smorzando gli spigoli, fermando il tempo e le azioni come può fare oggi il pulsante di un telecomando di un lettore di dvd.
Quella calma momentanea costringeva tutti in casa e nei ricordi dei nostri nonni ritornano i racconti delle loro nonne, le storie di paura, le filastrocche, le invenzioni estemporanee sollecitate dai più piccoli desiderosi di vegliare. Ritornano anche le paure del tempo:erano anni di tensioni politiche, della guerra fredda, della paura generalizzata ma al contempo indefinita che il mondo potesse venire distrutto dalla bomba atomica.
E comincia a farsi spazio la televisione, che a Carmignano era solo al bar in piazza ed in poche altre case del paese, contraltare di quelle sere di comunità e futura accentratrice di attenzioni.
La storia fantastica del regno dell'immaginazione, è in grave pericolo: da quel momento il “nulla” della televisione avanza sempre più e inghiotte ogni cosa. E’ strano, ci voleva la neve, quella nevicata, a riallacciare i ricordi della storia con la memoria dei nostri luoghi dove tutto ebbe inizio……..
Il calore di quei ricordi, però, delle tradizioni, degli insegnamenti celati in essi, del valore dello stare insieme, che si ritrovano anche nello sforzo fatto per mantenere viva la Festa del San Michele, rappresentano per noi rionali del Celeste una linfa vitale a cui attingere e trarre forza per cercare di rendere migliore il futuro per noi e per le generazioni che verranno. Vogliamo che quel valore e quel calore diventi un abbraccio tra il nostro passato ed il nostro presente rappresentato, come per magia, da una sciarpa lunghissima che attraversando i confini dello spazio e del tempo dalle sere del 1956 arriva fino a queste sere di settembre capace di riappropriarsi, anche se solo per poco tempo, di quel ruolo centrale e prezioso che noi crediamo debbano mantenere le storie, i luoghi, i personaggi e le tradizioni di questo Paese.


Svolgimento

Prima scena: Petuzzo
È una notte d’inverno fredda e gelida e la neve cade leggera e fitta su Carmignano. All’interno di una casa nei dintorni del paese, una donna se ne sta affacciata alla finestra a guardare con meraviglia il paesaggio che a poco a poco si copre di un candido velo. La donna chiama la nipotina, che è vicino a lei, per vedere dal vetro i fiocchi cadere, ma alla bambina intenta a guardare dei cartoni animati ad un computer portatile, della neve non importa
nulla. Il ricordo allora va alla nevicata del 1956, al calore del canto del fuoco, agli altri bambini che come lei ascoltavano le filastrocche della nonna prima di andare a letto.
La sfilata si anima così di personaggi: la figura della “tradizione”, con un grande libro sui racconti di Carmignano, la bambola dalle 500 sottane, i personaggi delle filastrocche che la nonna raccontava ai piccoli.
Il ricordo di quelle sere lontane e la presenza della neve riportano in vita le storie di un tempo ……

Seconda scena: la casa della paura
La vecchia nonna, rivolgendosi ai bambini, diceva che una nevicata come quella non si era mai vista. Solo quella del 29 era stata peggiore. E avessero saputo che miseria, non avevano niente da mangiare e oltre alla fame avevano anche paura, paura di passare vicino alla casa: la casa della paura! I bambini speravano che non fosse vicina alla loro, ma l’anziana nonna disse che non era lontana….. era quella lassù in castello. Una bambina pregò la nonna a raccontare la storia. E la filastrocca incominciò……
La scena si anima di ombre, di fantasmi, di viandanti impauriti mentre la casa della paura incombe su tutto.

Terza scena: il drago di Pietramarina
Di storie di paura, a Carmignano, ce n’erano a migliaia e la nonna iniziò un nuovo racconto…….. Cominciò dicendo che nelle notti di neve, quando non si vedeva a un passo di distanza, fra i cespugli di scopa e gli agrifogli pungenti dei boschi di Pietramarina, piccoli esseri cornuti preparavano la strada ad un drago che sputava fuoco. Il drago era come d’argento e fiamme colorate lo precedevano come per preparargli il percorso. Quando nevicava era meglio stare chiusi in casa, ma se proprio si doveva uscire era meglio non passare da quella parte perché quegli esseri cornuti avrebbero potuto rapirli e condurli su un sasso spaccato che c’era là, dove il drago li avrebbe mangiati in un sol boccone. Se uno proprio ci doveva passare era bene però che avesse avuto dietro almeno una medaglina di San Giorgio benedetta.
La donna ripensò, con malinconia, alla filastrocca che dopo la sua nonna raccontava……
La scena si riempie di folletti cornuti, fiamme, spiriti del bosco e di un drago che procede minaccioso.

Quarta scena: le streghe della Bellanda
Uno dei fanciulli si rivolse alla nonna, dicendo che per fortuna a Carmignano c’erano molte di fonti d’acqua così il fuoco si poteva spegnere. Nei piccoli sorse il dubbio che anche alla Fonte della Bellanda, appena sotto Carmignano, ci fosse un drago. La nonna rispose che il drago non c’era, ma c’erano le streghe. Per questo bisognava stare attenti e bere solo acqua limpida, pura e non fidarsi di strane misture perché non si poteva nemmeno immaginare che cosa sarebbe potuto capitare…… e la vecchia nonna iniziò a raccontare…..
In strada c’è chi va a prendere l’acqua alla sorgente avvolto negli effluvi viola della magia ma dietro alla parete della fonte c’è un mondo sconosciuto pieno di streghe brutte e belle, di pozioni e calderoni.

Quinta scena: il ragno innamorato
Uno dei bambini intravide un ragno gigante che pendeva dal camino ed un altro bambino, dicendo che gli faceva schifo, levò una ciabatta per schiacciarlo. La vecchia nonna la fermò, dicendo che non doveva disprezzarlo solo perché era brutto e che doveva imparare a saper guardare oltre l’apparenza. Se la bambina avesse saputo quel ragno cos’aveva combinato. Quello era un ragno che aveva fatto innamorare una farfalla. La bimba rimase sorpresa da quelle parole……e la nonna iniziò a raccontare……

Sesta scena: la neve e il grano
Intanto la neve veniva giù fitta a fiocchi grandi e rinforzava mentre i bambini incoraggiarono ancora la nonna a raccontare una storia della neve……..…e la nonna iniziò un nuovo racconto…..
Il balletto che segue ci parla di pioggia gelata, di ombrelli per ripararsi, di colline innevate e del grano che nascerà a fine stagione.

Settima scena: le farfalle di Carmignano
Che bella storia!!! I bambini compresero perché si diceva “sotto la neve pane e sotto l’acqua fame”: la neve porta con sé prosperità e buon raccolto, ma si chiedevano quando sarebbero ritornati a nascere i fiori. La vecchia nonna, senza alzare lo sguardo iniziò un altro racconto…….
Le farfalle di Carmignano facevano sciogliere la neve e riempivano di fiori il mondo sbocciando colorati.

Ottava scena: la vecchia nonna e il canto del fuoco
I bambini si stancarono, ne avevano abbastanza della neve e poi la nonna narrava, girando e rigirando, le stesse storie tutte le sere. Se ci fosse stata almeno la televisione come al bar in piazza sarebbe stato diverso. Lo sguardo della nonna si fece serio e giunse a tutti il suo ammonimento.
Il carro che segue ci mostra il canto del fuoco con la nonna intenta a fare la calza e tutti i bambini assorti ad ascoltare le sue storie mentre esplode la fantasia dei racconti.

Nona scena: lascia perdere quell’aggeggio infernale
La donna ricorda ancora bene ancora quelle parole che sua nonna disse nel ’56. Ed è questo che lei vuol dire alla nipotina. Dietro ogni storia che gli può raccontare c’è un insegnamento, un pezzo delle tradizioni, delle radici di noi carmignanesi. Vorrebbe che anche in lei si mantenessero vive quelle storie per tramandarle ai figli e poi ai nipoti e cosi via di voce in voce, di storia in storia, di ricordo in ricordo. Sarebbero diventate anche per lei un tesoro prezioso da custodire.
Ritorna la figura della “tradizione” con il suo grande libro dei racconti di Carmignano e la bambina si lascia convincere, abbandonando il computer per lasciarsi immergere nella fantasia e nella magia dei fiocchi di neve.

Ringraziamenti

Un doveroso ringraziamento a tutti i rionali e non che hanno contribuito alla costruzione di questa sfilata: tutto quello che vedete, costumi, carri, sceneggiatura, è stato realizzato dai Rionali a titolo puramente volontario e non professionale.
Ringraziamo tutti i nonni che con i loro ricordi ci hanno permesso di ricostruire le suggestioni, le storie ed i racconti ai bambini delle sere nel canto del fuoco e la nevicata del 1956.
Un Ringraziamento particolare a Valentina Banci per l’aiuto offerto e l’amicizia dimostrata.
A Leda Martelli, stupenda ultraottantenne, va il nostro ringraziamento e sincero affetto per la sua disponibilità e per averci insegnato che non esiste età per mettersi in gioco e rinnovare l’entusiasmo.
A tutti i figuranti, trattoristi, sarte, cantieristi, registi, sceneggiatori, lettori e a tutti gli altri che hanno a vario titolo partecipato alla realizzazione di questa sfilata, va il nostro sentito ringraziamento.
Un pensiero particolare per Cecilia Mazzanti e le sue ballerine della scuola di danza “Progetto Danza” di Prato e all’Associazione Teatrale “Santo Stefano” di Campi per l’amicizia che oramai da molti anni, entrambi, ci ricambiano.

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Foto e contenuti sono liberamente riproducibili dagli utenti, ma con l'obbligo di indicarne la fonte: festadisanmichele.it
Foto gentilmente concesse da Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano


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