Festa di San Michele - Carmignano - Prato


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San Michele 2012 - Rione Verde - Carmignano così è, se vi pare!

2012

-


presenta

Carmignano così è, se vi pare!

La Follia si presenta in un Silenzio doppio. Risate e Lamenti.
Chi la vive, chi la ignora, chi la schifa.

Chi parla ne fa le veci. È una sonorità in un coro. Non ha tempo né luogo né spazio.
È ora, era e sarà. Sintesi espressa da una voce che non ha sesso,
o ne ha troppo.

Per questo ci sorvola leggera e forte, ci attornia e conduce, guida e smarrisce.
Talvolta si sofferma, poggia i piedi su una terra che è la nostra, ammicca e sfugge.

Buon giorno Buona sera Signore Signori Salve Bella Gente,
giunta qui per ascoltare, vedere, toccare se possibile.
Ciao Carmignano,
bel paese a cui tutto questo è dedicato. È parte di te ciò che racconto.
La tua generosa accoglienza. Le tue amorevoli cure. Il tuo incondizionato amore.
Ehi, ci siete? Attenti!
Qui si narrano vere storie umane,
rinuncia rigetto abbandono incontro rinascita dignità
Eccoli. Vedete?
Clelia, Biagio e quel che era il giovane Marcellino.
Anime segnate, destinate a incontrarmi troppo presto.
Nomi. Numeri. Giudicati, condannati, isolati.
L’Ignoranza non li ha compresi, neppure ascoltati, figuriamoci aiutati.
Via. Lontani dagli occhi. Segregati. Sbarre. Divieti. Incomprensione come pane quotidiano.
Quanti anni buttati. Persi. Non tornano.
Anni in cui ho ideato di tutto purché restassero Vivi.
Io, condanna e salvezza.

Ricordate la fine anni Sessanta?
Eccoli con amici parenti e sconosciuti. Decidono di disfarsene, isolarli, nasconderli al mondo.
Serviva, era utile, non si poteva fare altrimenti.
Clelia: venticinque anni, bella e dannata per amore. Un unico uomo. Ma un marinaio, partito per chissà quali lidi. Una vergogna per l’aristocratica famiglia. La portano per mano, come una bambina intontita.
Marcellino: otto anni, epilettico. Io nemmeno lo conosco ancora! Ci siamo incontrati dopo, là dentro. È orfano e i suoi zii sono semplici anime frutto della terra. Non capiscono il demone che si impossessa di lui, e non hanno di che sfamarlo. Lo portano davanti a quel cancello a forza di spinte, lo baciano sulla guancia e se ne vanno senza mai voltarsi.
Biagio: lo conosco da sempre. Ventotto anni di creativa stranezza. La sua vita? Tele e colori. Non chiedeva altro che un po’ di blu. A modo suo. E nessuno lo ha mai accettato.
Biagio lo “scemo del villaggio”, Marcellino in preda ai raptus, Clelia persa nel suo sogno.
Troveranno porte aperte su chiuse inferriate: il Manicomio di San Salvi.

Clelia
aspetta l’amato ogni sera. Lo ha conosciuto ventenne in riva al mare. Bel capitano di marina dai capelli ricci e scuri. Alto e robusto, sorriso spiazzante. L’ha conquistata con sguardi e promesse. Poi: “Devo partire amor mio. Ti sposerò al mio ritorno. Aspettami”. E Clelia ha atteso. Il tempo passava e lei collezionava. Lacrime, speranze, illusioni e Angeli. Statuine che la osservano mentre ogni sera si fa bella per lui. Aspetta. Aspetta. Finché la disperazione non la atterrisce, sbranandole cuore e viscere. Poi torna a sperare. Una luce che neppure il manicomio ha ucciso. Nonostante i farmaci e le scariche elettriche. Insieme abbiamo resistito.

Marcellino
orfano ed epilettico. Un buon medico, una cura adeguata, potevano bastare. Ma no. Gli zii erano terrorizzati dalle sue crisi. Lo rinchiudevano con i maiali cercando un prete esorcista che guarisse la sua anima. È cresciuto isolato, additato da tutti in quel paesino di montagna. Furono l’ignoranza e la superstizione a volerlo in manicomio. L’intera comunità ce l’accompagnò, per disfarsi del pericolo, purificarsi dal male. È per salvarsi che Marcellino mi incontrò. Voleva che lo portassi sulla luna. Voleva sfuggire appeso a quel grande palloncino argenteo. E io lo accompagnavo.

Biagio
vecchia conoscenza. È per placare il male di vivere che dipinge. Un maledetto tarlo in agguato, pronto a divorarlo. E se i suoi colori, la tela, il pennello, lo aiutano a tenerlo a bada, basta che gli venga a mancare il blu del cielo per ripiombare nel caos. Nessuno si è mai accorto della gravità del suo caso. Non avevano tempo per lui, strano personaggio scapigliato deriso da tutti. Aveva bisogno di cure. Senza chiedersi perché, la famiglia lo ha spedito in manicomio. Qui, insieme, abbiamo continuato a dipingere, a creare, a fuggire con la fantasia, tenendo a bada il dolore. Ma il blu, quel dannato blu, neppure io a volte riesco a ricrearlo.

Ricordate la fine anni Settanta?
Maggio 1978. Franco Basaglia. La legge 180.
Chiusura dei manicomi. Fine della segregazione. Umiliazioni da dimenticare. Una nuova vita. Per Clelia, Biagio, Marcellino, per migliaia di persone.
Ascoltate le loro voci! Ci dicono cosa si aspettano all’esterno, le intenzioni per il dopo, per il “fuori” reale, i Sogni e le Speranze affidati a Marco Cavallo:

Voglio comprare una moto e andare lontano una macchina rossa lucida mangiare la neve bagnarmi i piedi nel mare d'inverno abbracciare la mia mamma andare ai giardini ascoltare gli uccellini guardare uno sconosciuto negli occhi godermi un tramonto
voglio sposare il mio bel marinaio voglio guardare la luna senza sbarre voglio il mio blu! tre voglio tre porzioni di tiramisù la meringa le lasagne spaghetti con le polpette che mi faceva la zia quando ero piccolo voglio un cane un rossetto un profumo buono voglio non avere più paura voglio che la gente mi veda voglio fare il bagno nella vasca con le bolle ascoltare la musica voglio sposare il mio bel marinaio voglio guardare la luna senza sbarre voglio il mio blu! voglio risentire mia sorella cantare voglio le scarpe con i tacchi nero lucide sentire l'odore della mimosa vedere le lucciole leggere un libro d'amore cantare ballare saltare fare le capriole fare l'amore raccogliere conchiglie voglio fumare voglio riavere mio figlio voglio bermi fiumi di birra voglio decidere da me voglio sposare il mio bel marinaio voglio guardare la luna senza sbarre voglio il mio blu!

E’ così che Clelia, Biagio, Marcellino -e io con loro-, abbiamo incontrato Carmignano.
Nuove porte aperte per noi: le Casa Famiglia.
Luoghi in cui il rispetto per la persona è -o dovrebbe essere- norma.
Ne abitiamo una, qui nei paraggi. Giorno per giorno costruiamo assieme, mattone dopo mattone, un futuro di dignità. Proviamo, come voi, ad essere felici. Passeggiamo fra gli ulivi, riposiamo sulle panchine del viale del Galli. Ci affacciamo al sole di Carmignano.
E in piazza? … Mmm … quanto ci piacciono i bar pieni di gente!
La convivenza con voi?... Mmm … scorre placida e regolare, nooo???!!!!
Beh … la diffidenza cova, ma la distanza che ci separa si accorcia, è inevitabile … perché alla fin fine … siamo poi così diversi?
Siamo “altri”. Come voi lo siete per noi.
Le piante, quelle che abbelliscono la centrale Erta del Moro, le avete riconosciute?
Le abbiamo piantate noi, sapete? E con l’aiuto dei nostri operatori ce ne prendiamo cura costantemente, per dimostrare a te, Carmignano, e a voi, bella gente, quanto importante sia venirsi incontro, condividere, seminare solidarietà, germogliare Amore.

Quindi … in tutta sincerità, noi e voi, siamo poi così lontani?
Io sono la Follia, e vi invito ad avvicinarmi. Strano è ciò che non si conosce.
Siete certi di conoscermi?
La Natura ha infuso nell’uomo più passione che ragione, così tutto è meno triste.
Un pizzico di me alberga anche in voi. Non vi sentite mai in bilico?
Siete sicuri di riconoscermi?
Presa a piccole dosi sono la cura, non il male.
Non tutto il folle è negativo. Il genio è in me.
Chi mi ascolta rivoluziona il mondo.
Si cambia il mondo proprio perché abbastanza folli da pensare di poterlo fare.
L’umanità progredisce non rimanendo chiusi.
Perché frequentare solo persone col nostro stesso tipo di pazzia, quando molto si può apprendere dalla diversità di un altro?
Nei tuoi errori vedo i miei.
Nei tuoi occhi il riflesso dei miei.
E, come spesso i miei amici vi chiedono:

che ne dite, ci prendiamo un caffè?


BIBLIOGRAFIA

Simone Cristicchi,
“Centro d’Igiene Mentale – un cantastorie fra i matti”, 2007, Mondadori

Ascanio Celestini
, La Pecora Nera, Film prodotto da Madeleineinn collaborazione con Rai Cinema e con BIM Distribuzione.

Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia, 1511

Michel Foucault,
Storia della follia, Bur Biblioteca università Rizzoli, 1998

Michel Foucault,
Follia e psichiatria. Detti e scritti 1957-1984, Cortina Raffaello, 2006

Michel Foucault,
Malattia mentale e psicologia, Cortina Raffaello, 1997

Franco Basaglia, Scritti. Vol. 2:
1968-1980. Dall'Apertura del manicomio alla nuova legge sull'Assistenza psichiatrica, Einaudi

Franco Basaglia, Franca Ongaro Basaglia,
La maggioranza deviante. L'ideologia del controllo sociale totale, Dalai Editore, 2010

Franco Basaglia,
L’Utopia della realtà, Einaudi, 2005

Il Rione Verde ringrazia tutti i RIONALI che hanno voluto e creduto in questo tema così delicato e che con passione e umiltà hanno cercato di affrontarlo in punta di piedi.
Il nostro grazie ai Chiodo Fisso, ai Rude Boys e a Versus Compagnia-Teatro/Laboratori Teatrali per il loro prezioso contributo.

Carri, costumi, soggetto, sceneggiatura e musiche sono interamente frutto del lavoro volontario dei rionali.

La REGIAè della cara amica SILVIA MERCANTELLI
voce recitante insieme a Gianluca Faralli “the Voice”


Per le coreografie ringraziamo
KATIA MANCINI del CENTRO DANZA E SPETTACOLO 'PUNTO SPORT' e MIOSOTYS DANS SCHOOL
LARA FAVI dell'ACCADEMIA DI DANZA 'HIDRON'
JESSICA SERAFINI della JESSDANCE


E infine un Grazie ai presenti. Tutto questo è per voi.

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Potete trovare tuute le foto presso Alberto Sforazzini Fotografo - Via Giotto - Poggio a Caiano


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